1. Mani sapienti


    Data: 08/11/2017, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... straordinario e unico nel suo genere, anche se apparentemente uguale al precedente. Adesso si muovono insieme, poi si dividono, una va giù, una va su, tuttavia sono entrambe eccitanti e procaci. Ne colgo l’essenza più dell’una o dell’altra in relazione a che cosa stanno facendo. Il seno, le spalle, il ventre, le caviglie e le cosce sono diventate tutte zone erogene, perché in quel totale piacere il corpo si sente amalgamato in un unico elemento, dove le tue belle mani lo avvolgono in modo completo.
    
    Io avverto che ti sei spostato ancora, capto la tua presenza al lato del lettino, sei così vicino, io respiro a fondo nella speranza di sentire l’odore della tua pelle e del tuo dopobarba. Appoggi il palmo della mano sul monte di Venere eseguendo un massaggio rotatorio con una pressione decisa, dato che godo da morire. L’altra tua mano &egrave su un seno per scoprire la durezza del capezzolo, che stringi tra il pollice e l’indice in un misto di piacere e di dolore. Ti soffermi sul clitoride, lo accarezzi in senso circolare e poi su e in giù, a ogni cambio di movimento io sperimento una sensazione sempre più intensa, le tue dita si spostano di pochi centimetri per scandagliare saggiando appena quanto sia ormai pronta ad accoglierti in me. Io non riesco a mantenere più il minimo controllo, ansimo, gemo, mi contorco come un serpente, allungo una mano alla ricerca del tuo cazzo eppure ti ritrai, il tuo ...
    ... respiro &egrave regolare, forse non sei eccitato o forse la professione t’impone un conveniente quanto doveroso contegno. Entrambe le tue mani calde sono sulla mia famelica fica, io allargo ancora di più le gambe alzando nel contempo il bacino per meglio offrirti il mio fiore. Tu ne apri dolcemente i petali, cerchi il pistillo che con delicatezza tieni tra due dita in un movimento simile a quello della masturbazione maschile, io sento vicinissimo l’approssimarsi dell’orgasmo mentre ti dico:
    
    ‘Voglio te’.
    
    ‘Eccomi’ – rispondi con la voce calma, intanto che sento le tue dita affondare dentro.
    
    Io sussulto, per il fatto che una fiammata improvvisa invade tutto il mio corpo scombussolandomi, così come un’esplosione di fuochi d’artificio, come un fulmine in una tempesta. I tremori si fermano, tutto si calma, i miei muscoli sono esausti, tu mi ricopri con il lenzuolo e appoggi le mani sulle mie tempie, mentre il battito del mio cuore e il respiro ritornano regolari. Voglio rimanere ancora qui almeno un altro po’, io m’accorgo che ti stai allontanando con un passo leggero, apri la porta e la chiudi di nuovo piano alle tue spalle.
    
    Il lenzuolo mi restituisce un po’ di calore distribuendomi un adeguato sollievo, però desidero già le tue belle, calde e sapienti mani tolte da pochi secondi, tuttavia delle quali sento già l’assenza, il distacco e la netta e radicale mancanza.
    
    {Idraulico anno 1999} 
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