Sfizi
Data: 01/03/2019,
Categorie:
Autoerotismo
Dominazione / BDSM
Gay / Bisex
Autore: gio-57, Fonte: RaccontiMilu
... candidatura.
Non è quello che desideravo, e glielo dico, però scelgo di non oppormi e valutare.
Sembra uno esperto, mi manda alcune foto di quello che usualmente fa ai suoi “sottoposti” e mi annuncia che dovrò comunque soddisfarlo sessualmente.
Quest’ultima cosa mi lascia parecchio perplesso: se è vero che un masochista potrebbe anche accettare un rapporto omosessuale come atto di “tortura”, è pur vero che si tratta di un passo non da poco, e non mi sento di impegnarmi in maniera netta.
Anzi, non me la sento affatto; glielo dico e la cosa finisce lì.
Nei giorni successivi ricevo una sola risposta da una che sicuramente era una prostituta e che dalla risposta dimostra di non aver neppure capito cosa stessi cercando, fino a quando non mi scrive uno che, con poca fantasia, chiamerò X.
E’ una mail molto low profile, e per questo mi piace: dice di amare il solletico come me, di preferire una donna ma di accontentarsi anche di un uomo, di essere una persona sensata e di poter valutare diverse opzioni.
Decido di incontrarlo un sabato pomeriggio: ci troviamo su una panchina di un viale alberato e chiacchieriamo.
E’ leggermente più anziano di me (ma lo sapevo), e dopo poco – pur evitando di scambiarci informazioni “sensibili” – scopriamo di aver frequentato da giovani la stessa scuola e lo stesso quartiere.
Per me è importante che sia chiaro che non ho alcuna intenzione di toccarlo o di fare sesso con lui; mi risponde che non ...
... è un problema.
Lui si eccita a fare il solletico, mi dice, nonché qualche altra pratica che posso comunque tollerare.
C’è qualche secondo di suspance, perché apparentemente siamo d’accordo e – lo so perché me lo ha detto – siamo vicini a casa sua.
“Proviamo?”, rompo il ghiaccio io.
Accetta.
E’ molto cortese: mi fornisce il suo indirizzo di casa nel caso volessi comunicarlo a qualcun altro. Io ne avevo parlato preventivamente ad un amico conosciuto su un altro sito e fingo di scrivergli, ma in realtà non lo comunico a nessuno. Anche perché il mio amico sta a Napoli e dubito ‘potrebbe intervenire tempestivamente.
Salgo a casa sua.
Io sono convinto che ogni casa rifletta l’animo di chi la abita e che guardando le abitazioni della gente si possano capire molte cose; in quel caso mi sono trovato ad entrare in un alloggio molto pulito, molto lineare, molto ordinato.
X mi ha offerto da bere e abbiamo fatto due parole, giusto per rompere la tensione che, non lo nego, c’era.
Dopo qualche minuto mi accompagna nella stanza che aveva adibito a sala delle torture.
E’ una camera piuttosto spoglia, con un letto singolo al centro. Ai quattro angoli non posso non notare quattro lacci.
Di lì a breve sarò legato su quel letto, se lo voglio.
“Dai, iniziamo!”, gli dico.
Mi spoglio davanti a lui, realizzando che forse è la prima volta che mi tolgo i vestiti davanti ad un altro uomo.
Certo, ho frequentato per anni lo spogliatoio del calcio, ma ...