1. Il vagabondo. (racconto di natale)


    Data: 27/02/2019, Categorie: Sentimentali Autore: Lizbeth Gea, Fonte: EroticiRacconti

    Sapete c’è una categoria di persone che non vengono mai notate, eppure le vedete tutti i giorni. Vedono migliaia di gente, ma nessuna di esse li saluta. Ogni tanto ci date una mano per sentirvi meglio. Sono i vagabondi, e io appartengo a questa categoria.
    
    Specialmente oggi che è Natale, dimostrate tutta la vostra ipocresia, fingete di essere più buoni, ma ancora una volta ci ignorate, anzi non vi importa nulla se moriamo dal freddo.
    
    Cammino sempre tra le vie delle vostra città, respiro tra di voi, ma nessuno che mi chieda come sto. Per carità non lo pretendo, ma anche un semplice sorriso è apprezzato.
    
    Soprattutto in questo periodo ci sentiamo i più soli dell’universo, quante luci, quanto sfarzo. Cogliamo ogni attimo della vostra agitazione, ma davvero vi piace il Natale, ma davvero vi piace fingere di essere più buoni. Buoni dove, semplicemente cercate di essere meglio degli altri.
    
    Lo so le mie frasi sono cattive e arrabbiate e di questo vi chiedo scusa.
    
    Cosa succede, poi, se ci innamoriamo di una incantevole donna. La mia si chiama Amelie ed è sposata. La vedo tutti i giorni recarsi al suo bar, la vedo servire i suoi clienti. A volte, quando riesco a raccimolare qualche spicciolo, entro e ordino un capuccino, solo per sentire la sua voce.
    
    Lei mi tratta sempre con gentilezza, mi fa sentire come se fossi una persona normale, e spesso, quando chiude il suo bar, mi dona le briosche rimaste in giacenza.
    
    Lo so, sono un illuso, lei non mi considerà mai. ...
    ... Non potrò mai baciare le sue labbra, non potrò mai sentire il suo respiro su di me.
    
    Rimarrà per sempre un sogno e non credo ai miracoli.
    
    Oggi però la vedo strana, non mi ha salutato con il solito sorriso, anzi sembra parecchio nervosa. Lo noto da ogni suo movimento. Nella mia testa penso che sia colpa delle festività e delle enorme massa di lavoro che gli capita sulle spalle. Decido di rimanese seduto sulla panchina, fuori dal suo locale, per tutto il giorno, voglio capire cosa sia successo. Sono così concentrato su di lei, che non noto neppure l’elemosina che mi viene elargita, mi potrebbero pure rubare quei miseri soldi, che me ne fregherei.
    
    Giunge la sera, e vedo il marito arrivare tutto arruffato, entra e sbatte la porta dietro di se, le illuminazione natalizie traballano. Iniziano a litigare, gli ultimi clienti rimasti scappano, alcuni senza pagare. Le urla arrivano fino alla strada e io inizio ad agitarmi.
    
    Vorrei intervenire, vorrei difenderla, ma non sono affari miei.
    
    Continuano a litigare, lei gli da una spinta, lui gli da uno schiaffo. Io non ci vedo più, scattò in piedi e lascio il capello con i soldi sopra la panchina e corrò all’interno del locale.
    
    Vedo il marito prendere in mano una decorazione natalizia rotta e minacciare sua moglie con quella. Tra insulti e gride, afferro per caso alcune parole.
    
    “Ora torni a casa con me” – “Tu sei matto” – “Chi era quel tale con cui sei tornata a casa ieri sera” – Nessuno” – “Sei una troia come tutte le ...
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