1. La schiava bianca


    Data: 11/02/2019, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Guardandolo ed esaminandolo per bene la prima volta, scoprii che ero stata realmente e inconfutabilmente fortunata, perché lui aveva dentro di sé tutti gli attributi, gli ingredienti e i segni tipici degli abitanti dell’America meridionale. Era fornito e possedeva una dose smisurata d’esultanza, di felicità e di sensualità che gli esplodeva da tutti i tratti della persona, io solamente dopo pochi secondi, infatti, ero rimasta inevitabilmente e piacevolmente avvolta da sensazioni incantevoli e divine da cui non volevo per nulla sfuggire.
    
    Per la precisione correva l’anno 2000, nel tempo in cui io e la mia famiglia eravamo partiti dall’Italia per cercare tentando di trovare fortuna e prosperità in Brasile; ormai era passato un anno e quattro mesi da quel viaggio, verso la fine dei diciassett’anni d’età trovavo infine l’amore, la libertà, l’autonomia e da ultimo individuavo e scoprivo lui, Ven’ncio per l’appunto. Il suo cuore era la musica samba, la sua pelle era il caff&egrave, lui era la sua nazione, la sua anima era affascinante, ignota, intrigante e misteriosa come la foresta amazzonica, lui era il Brasile in tutto e per tutto.
    
    Ven’ncio mi desiderava e mi pretendeva come nessun altro uomo al mondo aveva giammai azzardato e osato fare, per il fatto che diceva e ripeteva in continuazione, che il mio volto di donna angelica, che i miei occhi azzurri affusolati, che la mia bocca carnosa, che i miei lunghi capelli neri e le mie sopracciglia folte si collegavano ...
    ... allacciandosi tra di loro come fa l’edera sui rami. Queste sensazione uniche non lo facevano più dormire la notte e gli provocavano una serie d’erezioni a catena, che lo obbligavano costringendolo a sputarsi sulla mano per masturbarsi fino a tre o quattro volte il giorno, quando le prime parole che gli dissi guardandolo fisso nei suoi occhi neri furono:
    
    ‘Esistono due sole emozioni al mondo: l’onnipotenza e il godimento. La prima la sto provando in questo momento, la seconda non l’ho mai sperimentata e adesso sono qui per essa’.
    
    In un attimo, come un animale crudele e selvaggio che trasporta la sua preda nella tana per cibarsene, Ven’ncio mi strattonò fino al capannone, dove un tempo venivano puniti gli schiavi e con una spinta mascolina e virile io caddi sul pavimento. Lì per terra giacevano vari strumenti e d’utensili differenti adoperati per le torture, lui era lì in piedi davanti a me, si sfregò bene il cazzo, ci sputò sopra ed ebbe un’istantanea e poderosa erezione. Era un grosso cazzo di circa venti centimetri d’estensione del colore della cannella, aveva delle grosse venature e la punta era d’un colore violaceo intenso. Quello era il mio primo cazzo che vedevo nella mia vita, perché nella sua indiscussa imponenza m’aveva addirittura spaventato, per il fatto che se ne stava lì bello orgoglioso e sull’attenti pronto per lacerare e per recidere le mie vergini carni. In quel momento mi sentii completamente incustodita, indifesa e vulnerabile, lui era il mio padrone, io ero la sua ...
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