1. La casa prigione


    Data: 08/02/2019, Categorie: Trans Autore: Jpixu, Fonte: EroticiRacconti

    Una sera dopo una bevuta in un locale avvertii un senso di smarrimento e mi addormentai in un sonno profondo.
    
    Cosa era successo non lo so (sonnifero?), fatto sta che al mio risveglio mi ritrovai in una stanza fredda, chiusa da delle sbarre e con poca luce.
    
    Inutile dire che non mi ero mai trovato in una situazione del genere nei miei 30 anni di vita, ero spaventato ed avevo solo voglia di tornare a casa. Realizzai ben presto che il mio desiderio non era semplice da raggiungere...
    
    Dopo 10-15 minuti dal mio risveglio, vidi due donne (almeno all'apparenza vista l'oscurità) dirigersi verso di me.
    
    La prima aveva una pelle nerissima, capelli lunghi e neri, trucco in viso pesante e marcato. Era alta almeno 1.80 a cui si aggiungevano grossomodo 10 centimetri in più di tacchi a spillo. Aveva un vestito rosso scollato sia sotto (con gambe da favola) sia sopra con delle tette tanto grandi (mai viste di così prosperose) quanto finte.
    
    La seconda, anch'ella nera ma leggermente più mulatta, era meno giunonica della prima, aveva una frangia che le copriva tutta la fronte, occhi con taglio da sudamericana e vestitino bianco (dello stesso modello dell'altra forse) che raccoglieva deliziose ma abbondanti zinne.
    
    Le due ragazze si rivolsero a me con fare divertito; la prima, che si presento come Sabrina, alle mie domande preoccupate mi rispose con voce rassicurante "tranquillo comportati bene e non ti succederà nulla di male". L'altra non si presentò nemmeno, anzi non mi ...
    ... rivolse proprio la parola limitandosi a fissarmi con un mezzo ghigno. Richiusero la porta della mia cella a chiave e se ne andarono.
    
    Mi lasciarono in quella stanza, immerso tra i dubbi e preoccupazioni per ore ripresentandosi nuovamente con fare tanto giocoso quanto irritante quando ormai stavo perdendo le speranze. Sabrina aprì la porta della mia cella con la chiave che nascondeva nel suo prosperoso seno e mi afferrò per un braccio, la "sudamericana" sogghignando mi prese dall'altro "vieni con noi" disse Sabrina "ti dobbiamo presentare una persona" e con decisione mi accompagnarono fuori dalla cella. Mi trascinarono (erano parecchio forti per essere due donne) verso un corridoio buio.
    
    Al termine del corridoio mi si presentò uno spettacolo raccapricciante: ad un piano più rialzato del nostro, parliamo di un paio di gradini, sedeva su un trono una donna anziana (almeno 60anni direi), di etnia bianca, con un trucco non abbastanza marcato da nasconderle le rughe, capelli tinti di biondo, body nero in pelle e auto-reggenti. Capii subito che in quella "signora" c'era qualcosa che non andava..
    
    Le mie due "gentilissime" accompagnatrici mi spinsero con forza sul pavimento tanto da farmi inginocchiare, Sabrina con uno sguardo mi intimò di stare in silenzio e mi sussurrò nell'orecchio "lei è il nostro capo, comportati bene e non ti succederà nulla" e poi rivolgendosi alla signora "Padrona, costui è quello che ci avevi chiesto".
    
    La signora si alzo in piedi, si diresse verso di me ...
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