1. Il vicolo (1)


    Data: 07/02/2019, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio, Fonte: Annunci69

    “Pronto, Giò? Ciao, sono Hektor! Come va?”.
    
    “Ciao. Bene, grazie! E tu?”.
    
    “Bene, bene. Ascolta: so che Enrico è fuori città. Ho pensato che questo finesettimana, piuttosto che stare da solo, potremmo divertirci un po’ insieme”.
    
    “Sì… Perché no! Dove andiamo?”.
    
    “C’è un nuovo locale un po’ fuori città. Magari ci troviamo in centro e poi ci andiamo insieme, ok?”.
    
    “Ok!”.
    
    “Allora ti faccio sapere dove ci vediamo. Ti passo a prendere io. Buona serata, intanto!”.
    
    “Grazie. Anche a te!”.
    
    L’indomani ricevo un messaggio su Whatsapp da Hector nel quale mi dice di farmi trovare in una determinata strada, ché lui mi passerà a prendere con Juan.
    
    Nel giorno pattuito, mi dirigo verso il luogo dell’appuntamento e, una volta arrivatoci, aspetto i miei nuovi amici. Il tempo passa, ma loro non si fanno vedere. Comincio a preoccuparmi e decido di chiamare Hektor.
    
    La voce campionata dell’operatore mi dice, però, che il suo cellulare non è raggiungibile.
    
    Quando, ormai persa ogni speranza, mi volto per tornare a casa, succede qualcosa di inatteso: vengo braccato alle spalle da due braccia forti, mentre una mano mi tappa la bocca. Sento un forte odore di alcool e pochi secondi dopo perdo i sensi.
    
    Da quel momento in poi, ricordo solo del trambusto e i sussulti dell’auto o del furgone sul quale vengo trasportato da qualche altra parte. Echi di voci che mi rimbombano in testa, senza che ne riesca a capire le parole.
    
    Poi, di nuovo buio.
    
    Riprendo conoscenza che sono ...
    ... steso prono su qualcosa di arrotondato: ho le mani legato sotto quest’affare, un cerotto sulla bocca e gli occhi bendati. Sento dell’aria su tutto il corpo: sono nudo. Le mie gambe pendono oltre il bordo del sostegno che mi regge (dalla forma, sembrerebbe un cavallo per esercizi ginnici). A svegliarmi è stata la pressione di qualcosa di caldo, duro e pulsante tra le mie chiappe.
    
    “Ah! La bella addormentata ci sta degnando della sua attenzione, finalmente!”, dice una voce alle mie spalle. Da qualche parte mi giungono alle orecchie delle urla cavernose. Sembrano grida miste di sofferenza e di piacere e non sono molto distanti. Intanto, l’affare tra le mie natiche preme più forte e la mia rosellina cede. Emetto un lamento.
    
    “Che c’è? Non ti piace?”, mi chiede la stessa voce di prima. Io mi limito ad ansimare, senza rispondere, e il tipo continua ad affondarmi in corpo. Quello che ormai ho capito essere un cazzo, peraltro di notevoli dimensioni e particolarmente eccitato, mi dilata il budello e prosegue incessante la sua corsa verso il fondo delle mie viscere.
    
    “Ma quanto è lungo?”, mi chiedo tra me e me. Infatti, passano diversi secondi prima che avverta il pelo pubico dell’uomo solleticarmi le natiche. È vero che ha proceduto lentamente, ma comunque il mio stupratore ha una dotazione impressionante. Quando è quasi alla fine, dà un colpo secco col quale mi colpisce la prostata. Un altro lamento esce dalla mia gola, stavolta più lungo e intenso.
    
    “Che c’è? Godiamo?”, mi ...
«1234»