1. Party Hard


    Data: 05/02/2019, Categorie: Etero Autore: taycio, Fonte: RaccontiMilu

    Il karaoke’non proprio il mio stile. Mi stanno trascinando in uno di quei locali dove quattro sgallettate prendono in mano un microfono e si esaltano cantando celebri successi di San Remo e del Festivalbar.
    
    Entriamo nel locale, grande ma rimpinzato di musica assordante. Ci vuole una bevuta per rompere il ghiaccio. Un Appleton andrà bene. Mi giro e mi rigiro nel tentativo di deliziarmi gli occhi. Non ci siamo. Spero che qualcuno scelga un pezzo rock, ma si sentono solo ugole sguaiate che vibrano sulle parole della Rettore e di Renato Zero.
    
    Poi mi volto e la mia attenzione viene monopolizzata da una visione esotica, da un’immagine che mi strega, mi rapisce. Non ha nulla a che spartire col resto della sala: un dolce cioccolatino dai capelli crespi, adornati da un sorriso carico di energia, incartata in una semplice canotta nera che le fa da vestito. In mano ha una bevanda scura, ormai quasi terminata.
    
    ‘Posso offrirti il bis?’ azzardo deciso. Non porterà a nulla, lo so, ma se non rischio non saprò mai cos’abbia che mi affascina tanto. ‘Sarebbe già il terzo, a dire il vero” risponde divertita dal mio approccio. ‘Ecco che parte la figura di merda’ riesco solo a pensare. Fermo la cameriera. ‘Due” ”Jameson&cola!’ conclude lei decisa. Ecco! Ora sono davvero intrigato. Parliamo una buona mezz’ora, non ricordo neanche di che, concentrato più sul suo davanzale e sui suoi occhioni neri che sul contenuto del nostro dialogo. ‘Uhhh…forte questo pezzo!’ esclama di petto! Senza ...
    ... proferir parola la prendo per mano e la porto in pista. Riesco solo a fissare il suo sguardo e fiutare il suo dolce profumo. I suoi effluvi parlano di passione, di ardore, ridestano in me voglie ancestrali, ormai sepolte dalla notte dei tempi. Le cingo i fianchi con le mani. Ormai il senno ha lasciato posto all’istinto. I nostri bacini si agitano a tempo di musica, ora si sfregano l’uno contro l’altro, ora si urtano. I suoi polpastrelli iniziano a sfiorare il mio petto, la mia nuca. I nostri volti si avvicinano, col labbro inferiore le sfioro il lobo dell’orecchio. Le mani l’avvolgono, la intrappolano, ‘non andare via’ pare che le dicano. Accosta il suo volto al mio. Un bacio leggero, sfiorato, rubato. Poi si allontana. Sa che mi ha in pugno. Vuole farsi desiderare. L’afferro per le natiche, ne sondo la consistenza, ne gusto la rotondità, la bacio. La lingua s’insinua tra le sue fauci, lotta con la sua, poi mi sento afferrare il polso.
    
    L’ardore ha completamente annebbiato i miei sensi. Vedo solo una porta di legno massiccio con appesa la targhetta ‘ladies’. &egrave aperta. Entriamo. Il nostro odore selvaggio offusca anche l’ammoniaca che pervade l’aria. Afferra decisa la chiave. Un clack della serratura e la sua mano mi agguanta la nuca e mi tira a sé. Ci baciamo con foga e passione. La saliva accompagna la lotta delle nostre lingue. Poi l’afferro, la sollevo contro il lavandino. Continuo a baciarla, mi scosto, le lecco deciso e sensuale il collo, mordicchio quelle esotiche ...
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