1. Una sera al drive in


    Data: 06/11/2017, Categorie: Trans Autore: loredanaporcella, Fonte: Annunci69

    ... aveva fatto una tinta rossa ramata e una permanete molto morbida. Due colori: intimi nero, e minivestito rosso fuoco; sandali 12 cm neri, accessori rosso e neri, rossetto, ombretto neri e smalto mani e piedi rosso. Il mio accompagnatore Walter, era la terza volta che ci vedevamo, appena vista esclamò un “WAOH!” lussurioso. La festa si svolgeva in una villa in collina, clienti selezionati. Ero pronta per una serata di sesso sfrenato, ero eccitatissima. Invece appena varcato il cancello di ingresso... la tragedia. Alla porta a fare da servizio d’ordine chi ti trovo? Adriano, il mio fratellino: un’ombra di terrore calò sul mio viso, provai a chinare lo sguardo, pregai che non mi riconoscesse, ma ormai mi aveva beccato. Iniziò a scrutarmi ai raggi X, era perplesso, non riusciva a capire e poi d’un tratto urlò “Roberto, ma come cazzo ti sei vestito?” Disse qualcosa a i suoi colleghi e si avventò contro di me. Mi prese con forza il braccio. Walter era esterefatto; mio fratello lo spinse via dandogli della checca; mi prese, mi porto fuori dalla villa “Finocchio di merda, ma che cazzo fai?”, ero disperata, “Ti prego, ti spiego tutto”, “Ma che cazzo vuoi spiegare - e ad ogni parola era uno schiaffo - spiegalo ai nostri genitori, frocio”. Mi spinse verso la sua macchina parcheggiata sul retro della villa, e dove nessuno poteva vederci iniziò a piccchiarmi e a insultarmi: volavano calzi, pugni, schiafi, insulti, cercavo di ripararrmi, ma mi era impossibile difendermi. Salimmo in ...
    ... macchina, mi sanguinava il labbro, avevo la guancia gonfia e lui continuava a insultarmi “sei peggio di una troia, mi fai schifo”. Telefonò a Giulia, le disse dove mi aveva trovato e come ero conciata, e che sicuramente lei era mia complice: fortunatamente Giulia risucì a calmarlo e a convincerlo a portarmi a casa. Arrivati, Giulia ci aspettava sotto casa, appena mi vide si coprì il volto con le mani, imprecando contro Adriano, “Cosa le hai fatto bastardo! Vattene via, ringrazia che non ti denuncio; lasciala stare in pace”. Giulia mi prese amorevolmente sotto braccio e giunta in casa mi portò in bagno per sciacquarmi le ferite e medicarmi. Sentivo male da per tutto, ma fortunamente non c’era niente di rotto. Nel giro di una quindicina di giorni ero guarita fuori, ma non dentro, avevo capito che era inutile nascondersi, se volevo essere donna, se ero donna, lo dovevo essere al 100%. Non mi nascosi più, preparai i mei colleghi e il capoufficio della novità e mi presentai al lavoro enefemme; mi feci prescrivere una cura ormonale dall’endocrinlogo; feci un elettrolsi totale per perdere ogni pelo: la mia pelle divenne più morbida, i fianchi si allargarono, si addolcirono le mie curve e dopo 6 mesi avevo ormai una terza di seno.
    
    L’esperienza avuta con Claudia non era stata del tutto vana; gli uomini continuavano a piacermi, ma giorno dopo giorno ero sempre più attratta dalle donne. Femmine speciali però, come Claudia, forti, muscolose, alte, che mi scopassero con degli strapon sempre ...
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