1. LAURETTA cap. 6 La rivelazione e l’attesa.


    Data: 24/01/2019, Categorie: 69, Etero Lesbo Autore: karinalisa, Fonte: RaccontiMilu

    La rivellazione e l’attesa
    
    Non volevo che Gianni si facesse illusioni sulla mia giovane amica e da quel giorno evitavo di farla venire in casa. Questo non mi impediva di godere insieme alla porcellina delle gioie del sesso, invitavo la ragazza ad accompagnarmi nella cittadina a valle per fare acquisti; in quelle occasioni concordavamo di indossare delle gonne e ci portavamo le nostre palline vaginali che nel parcheggio del supermrercato ci infilavamo nelle passere, scostando le mutandine prima di scendere.
    
    Era un piacere girare fra i banchi, fermarci a guardare la merce esposta, chiedere informazioni, a volte comperare, mentre i muscoli delle nostre vagine lavoravano a stimolare la nostra libidine. A volte Lauretta stringendomi il braccio mi faceva capire che dovevamo fermarci, si appoggiava al carrello e ancheggiava impercettibilmente stringendo le cosce; sapevo quello che avveniva in lei e aspettavo che il suo orgasmo terminasse per proseguire.
    
    Dopo alcune volte imparò come avevo imparato io, a resistere a quell’eccitazione, uscivamo e in macchina raggiungevamo il retro di un cascinale diroccato. Lì ci chiudevamo nell’abitacolo abbassando le sicure e ci toglievamo le nostre mutandine. Intanto si era fatto abbastanza buio da non far capire a chi guardasse dall’esterno (cosa improbabile) che erano una donna e una giovane ragazza quelle che si baciavano focosamente, accarezzandosi l’un l’altra le fichette dopo aver estratto le palline.
    
    Dopo il 30 marzo, l’ora ...
    ... legale ci costrinse ad aspettare ulteriormente prima di lasciarci andare alla nostra passione; era allora che ci fermavamo sedute in macchina a chiacchierare. Naturalmente il nostro argomento era sempre il sesso; mi disse che si masturbava ogni giorno, come facevo io del resto, ma che preferiva fossi io ad accarezzarla e a donarle piacere mentre ci baciavamo, la ragione era che, farlo da sola era spossante per lo sforzo mentale che doveva fare immaginando di essere con un uomo, mentre con me non doveva pensare a nulla e lasciarsi andare al piacere.
    
    Ormai era buio e ci toglievamo le mutandine; le mie dita giocavano fra le labbra della sua fichetta, scivolando in profondità nella sua vagina, cosa agevolata dal fatto che le palline appena tolte avevano lasciato parte del lubrificante di cui erano state intrise.
    
    “A chi pensi di solito mentre ti fai, magari ad un compagno?” le sue dita premettero il mio clitoride. “No, prima pensavo a qualche professore carino, di avere il suo cazzo in bocca . . . “ Intinse il medio nella mia vagina e cominciò a toccare di sotto in su il mio clito, cosa che sapeva fare magistralmente facendomi tendere e allargare maggiormente le cosce.
    
    “Prima . . . e adesso?” Nascose il viso nel mio collo, stava accarezzando il mio clito con movimenti circolari, premendolo fortemente, finalmente rispose: “Non ti offendi se te lo dico?”, al mio diniego aggiunse: “A Gianni, penso a lui!” Un fiotto bagnò le labbra della mia fica agevolando i movimenti delle dita ...
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