1. Sono una cosa. Cap 4


    Data: 17/01/2019, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Chiodino, Fonte: EroticiRacconti

    E' quasi mattino e finalmente dorme. Per scaldarmi mi sono accostata a lui e si è svegliato. Non pensavo avesse così tante energie a disposizione. Mi ha inculata altre due volte, non sodomizzata, italiano perfetto, ma inculata che rende meglio la idea. Poi se lo è fatto lavare con il necessario comparso sul vassoio e lo ho dovuto prendere in bocca. Non un pompino ma temo sia la sua idea di addestramento. Comunque lo ho lavato, e molto bene, anche nelle pieghe sotto la pelle in cima. Non ricordo più come si chiami la copertura del glande.
    
    Il culo mi brucia appena un poco, la glicerina e il tempo passato sul bidet hanno fatto un ottimo lavoro. Conta anche la consuetudine a prenderlo dietro...sto perdendo il conto, ho anzi perso il conto... Mi preoccupa la novità di lavarlo e baciarglielo, di dover passare la lingua persino sul glande scappellato. Ecco, si chiama prepuzio la copertura di pelle che copre il glande. Sta preparandosi a farsi fare i pompini. Se sarà necessario farò anche quello. Non che la cosa mi piaccia. Una sola volta vi ha accennato, tempo fa. “Ti romperò davanti e di dietro, imparerai a farmi pompini imperiali con l' ingoio...da schiava quale sei...”
    
    Preparo la prima colazione ma sono in dubbio. “Se è bello, mi chiami, altrimenti lasciami dormire.” Il tempo è così così. Cosa faccio?
    
    Non conoscendo i suoi impegni lo sveglio. Decide però di restare a letto. Io faccio le solite cose, pulisco la casa, cucino. Ogni tanto forse dovrei passare a vedere se ...
    ... sia sveglio e gli serva qualcosa ma poi decido che se si sveglia e gli serva qualcosa mi chiamerebbe.
    
    Lo trovo a mezzodì al tavolino in vestaglia che lavora a qualcosa. Sorride come un lupo. Tra quanto si mangia? Ho fame. Sono ore che lavoro. Lo aiuto a vestirsi. Esce dicendomi che per ora di pranzo sarà di ritorno. Poche decine di minuti quindi. Ha riposto un plico in una delle solite buste, penso vada in posta.
    
    Rifaccio la sua camera, sua non nostra, lo ha sottolineato tempo fa. Rientra nel tempo giusto per sedere a tavola e pranzare. Mentre lo servo letteralmente sento i suoi occhi su di me. Golosi di me. Mi chiamerà da lui oggi pomeriggio? Se dovessi giudicare dai suoi sguardi direi di si. Invece esce ed io dopo aver riordinato mi stendo sul mio letto.
    
    Una sana e lunga dormita dopo una notte insonne e faticosa. Per fortuna la cena prevedeva avanzi riciclati. Anche così faccio appena in tempo a scaldare il forno e lavarmi che è di ritorno. Allegro direi. Accenna ad un lavoro fatto bene e per questo reiterato. Un lavoro ben pagato sostiene. Cosa faccia però e quale sia il suo lavoro non so e non lo chiedo. Certo che la stessa sera sta allo scrittoio almeno tre ore...poi dice di raggiungerlo. A letto ovviamente. Una sosta accelerata in bagno, poi vado da Lui. Mi Batte il cuore, paura. Ormai lo “accolgo” dietro con più facilità e se pure questa mattina lo avevo almeno un poco irritato, lavacri, supposte e crema hanno rimesso tutto quasi in ordine. Non credo, spero ...
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