1. Intimità


    Data: 27/12/2018, Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu

    Cap.1
    
    “Ciao Roby!” grid’ Luana rientrando a casa. Intanto si sfilava le scarpe tacco 10 che l’avevano sostenuta. Oramai non reggeva pi’. Tutto il giorno impegnata in promotional mix. Su e gi’ tra il marketing chief ed i clienti; continuamente impegnata in brainstorming e customer-briefing per sviluppare le strategie migliori di vendita delle miriadi di prodotti che la sua multinazionale doveva pubblicizzare.
    
    Gambe e piedi gonfi. Dalle sette della mattina alle nove di sera diventa una tortura stare in piedi con quei trampoli. Non erano poi esagerati, ma non poteva farne a meno per rendere pi’ slanciata la personcina. Non raggiungevano il tormento del tacco dodici, ma anche cos’ non ce la faceva. Una corsa continua, da quando ti alzi, la mattina, a quando ti vai a seppellire nel letto, la sera. Rifiat’ di soddisfazione. Si sentiva meglio lontano dall’ufficio, ma non poteva negare che per lei fosse come una droga. La mattina seguente avrebbe ripetuto la stessa trafila con rinnovato entusiasmo e, soprattutto, grinta.
    
    Butt’ le chiappe del culo sulla poltrona e sospir’, massaggiandosi le caviglie. Un’altra giornata era passata.
    
    “Robyyyyy….!” chiam’ lamentosa, senza avere risposta.
    
    “Cavolo di uomo…!” sbott’. Che cazzo d’importante stava facendo per non salutare neanche. Eppure la giacca era all’attaccapanni, le scarpe slacciate giacevano in un angolo della stanza…”Quante volte devo dirti – abbass’ la voce sfumando in un non detto – di non…”. Avrebbe voluto ...
    ... rimproverargli di essere disordinato, pretendendo che riponesse le calzature al posto giusto, nella scarpiera. Ma l’evidenza le balz’ agli occhi: le due d’collet’ che s’era sfilate dai piedi giacevano al centro della stanza a distanza, fra loro, di un metro e mezzo una dall’altra. Sembravano due navi che stavano affondando, adagiate di lato sul pavimento. Le raccolse, insieme a quelle di lui.
    
    Sbuff’, and’ al guardaroba; le poggi’ sul ripiano posto in basso, sotto i vestiti. Passando davanti, la specchiera le fece un fischio. Si sofferm’, rimirandosi; si riavvi’ i capelli, aggiustando il garbo. Carina, s’…; un po’ troppa ciccia sui fianchi; il sedere a mandolino…Beh… non proprio, forse un po’ abbondante. D’altronde anche la Merkel…! Sorvol’, canticchiando.
    
    “Dove staiii?” – benedett’uomo,mai che si trovasse al posto giusto. Aveva un po’ di astio nei suoi confronti. Non che fosse giustificato, perch’ riconosceva la sua bont’ d’animo; era remissivo, servizievole; troppo, forse. Mai a contraddirla, come dovrebbe fare un vero uomo…! No, non voleva dire questo. Neanche che lei fosse un’attaccabrighe. Anzi era molto comprensiva, generosa anche, specialmente al lavoro, ma quell’uomo l’esasperava. Non era stato sempre cos’.
    
    Si sedette sulla cassapanca un attimo a pensare. Gi’ non aveva neanche la forza di pensare. Si sentiva confusa. Sospir’ rumorosamente e si trascin’ in camera da letto. Il rumore dell’acqua che scorreva nella camera attigua l’accolse. Ecco dov’era! Sotto la doccia, in ...
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