1. Come dita nel naso


    Data: 19/12/2018, Categorie: Erotici Racconti Autore: Alexander, Fonte: RaccontiMilu

    Mi vedo seduto con mio fratello sugli scalini davanti alla porta di casa. Siamo in campagna. Il cielo è senza nuvole e galvanizzato, il caldo lievita e il verde dei campi noioso e ininterrotto ha qualcosa di ipnotico. È passato un casino di tempo. Eravamo bambini e ora ho ventinove anni. E ciononostante ho spesso questa immagine davanti agli occhi. Mi spiego meglio. Mi cullo per tanti anni nei progetti più vari, e poiché non possiedo altro che giovinezza e salute, e mi sembra di avere davanti a me tanto tempo, dico di sì a ogni stupidaggine. In ogni occasione, nonostante la mia pigrizia, dico di sì, a un’amicizia, a un amore, a una proposta. Poi, qualcosa muta e avverto in me un importante cambiamento. Prima, neanche per un attimo, temo che il sipario possa alzarsi sul mio ventinovesimo anno, che un bel giorno devo dimostrare ciò che realmente sono capace di pensare e di fare; e magari confessare di che cosa mi importi davvero. Ora, è come se di cento possibilità già novanta siano ormai sfumate e perdute. Ora so di essere fottuto anch’io. Prima, è come vivere tentando ogni giorno qualcosa di nuovo, senza ombra di malizia. Immagini di avere innumerevoli possibilità e credi di poter diventare qualsiasi cosa. Certo, di uno che entra nel suo ventinovesimo anno non si smetterà di dire che è giovane. Ma lui, benché riesca a scoprire in se stesso solo piccoli mutamenti, non ne è più così sicuro: gli sembra di non avere più diritto di farsi passare per giovane. E una necessità ...
    ... dolorosa lo costringe a ricordare tutti i suoi anni, quelli lievi e quelli travagliati. Getta la rete della memoria, la getta attorno a sé e tira su se stesso predatore e insieme preda, oltre la soglia del tempo, oltre la soglia del luogo, per capire chi egli sia stato e chi sia diventato. E tutte le volte che penso a cosa sono stato non riesco a non vedermi seduto con mio fratello sugli scalini davanti alla porta di casa. È sabato, un mattino di fine aprile, e non siamo a scuola. Con nostro grande sollievo. Io ho otto anni, i capelli castano chiari e l’incarnato del rossore più simile a un’infiammazione che a un colorito sano. Sono di una magrezza spettrale e mio fratello ritiene ch’io assomigli a un furetto. Secondo lui ho la faccia da furetto come nostra madre. Lui ha dodici anni, ha i capelli castano scuri e il tipico aspetto del fratello bastardo – senza labbra, occhio spietato. Indossa una maglietta verde spinacio a manica corta che gli invidio. È una maglietta col colletto bianco e la scritta BAD PINGUIN sul retro. Ce l’ha data zia Marisa, sorella di mio padre. Era di nostro cugino Angelo, che ha la stessa età di mio fratello; i suoi vestiti smessi sono sempre all’ultima moda. Nostra madre considera Angelo un bambino viziato. Dice sempre che ha troppo e che se avesse avuto anche lui un fratello non sarebbe cresciuto così capriccioso ed egocentrico. Quando se ne esce con questi discorsi, propongo sempre di cedergli BAD PINGUIN, ma mamma-furetto dice che non si può fare. Io ...
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