1. La dispensatrice di baci


    Data: 17/12/2018, Categorie: Etero Autore: lucava, Fonte: Annunci69

    La dispensatrice di baci.
    
    Con una amica ci eravamo messi d’accordo di passare una domenica insieme in giro a zonzo, lei mi piaceva, un corpo ben fatto, un bel seno, una terza piena. Non era una bella donna ma molto sensuale. E siccome era partita l’attrazione tra noi, io speravo in una domenica speciale. Io sono in carrozzina dal 1989 per una neuropatia periferica ma qualche passo, a fatica riesco a farlo; comunque decise lei di venire a prendermi a casa mia in macchina e durante il tragitto nelle pause guida io mi giocai il tutto per tutto, mi allungai a baciarla, così , per capire anche le sue intenzioni e manifestare le mie, più che evidenti visto la stratosferica erezione che mi gonfiava i pantaloni. Lei si lasciò baciare inizialmente con un po’ di ritrosia poi con un crescendo di sospiri partecipò attivamente trasformando semplici baci sulle labbra in veri e propri braccio di ferro di lingue. Che bocca! Le sue labbra erano morbide e succhiose, muoveva la sua sulla mia come se non avesse fatto altro tutta la vita. Scivolava dentro, sui miei denti, mi mordicchiava…cribbio! Ma chi le aveva insegnato a baciare così? Le mie mani non si contenerono più e partirono all’ attacco: sfioravo le sue braccia, i suoi seni, le sue cosce. Arrivati a un certo punto, visto che la cosa si faceva intensa e i semafori rossi non ci bastavano più, io la guardai e le chiesi con la voce roca e la faccia paonazza per la passione se anche lei voleva fare l’amore con me. Se lo voleva anche solo ...
    ... un millesimo di come lo desideravo io, mi avrebbe fatto felice saperlo, sentirmelo dire, soprattutto dopo i baci umidi e le carezze che si era lasciata fare. Mi sorrise e…”Se mi prometti di lasciarti baciare sempre così…certo che ho voglia di te” , senza lasciarmi il tempo di rispondere visto che ero rimasto basito, fermò l’auto e fece inversione e si diresse verso casa sua. Arrivati, posteggiò proprio davanti al suo palazzo…piccolo…grande problema : non c’era l ‘ascensore. E lei abitava al primo piano di una casa di corte…scale…non vorranno mica rovinarmi la prospettiva di ruzzolarmi tra le lenzuola con lei? Al diavolo, dentro di me mi sentivo un leone, così senza perdermi d’animo guardai il suo viso che iniziava ad angosciarsi e le dissi “no problem” (ma dentro di me capivo quanto sforzo mi sarebbe costato, oltre la figura di arrancare su per quelle maledette!).
    
    Scesi dalla macchina in carrozzina, mi avvicinai, mi alzai prendendo il corrimano delle stesse e iniziò la mia scalata. Come un bambino…Lei dietro di me, prese la carrozzina e la portò su. E io piano piano con lei che carinamente mi diceva cose dolcissime, arrivai. In casa mi rimisi sul mio mezzo e senza darle nemmeno la possibilità di ripensarci mi fiondai sul divano, anche per riprendermi della faticaccia. Mi offrì da bere e mi mise a mio agio, era proprio deliziosa. L’imbarazzo però prese il sopravvento e così iniziammo a guardare la tv ma per fortuna durò poco, i nostri sguardi ci tennero legati e le nostre ...
«12»