1. Te lo ricordi che cosa ti avevo ordinato di fare?


    Data: 12/12/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: DonnaCamaleonte, Fonte: RaccontiMilu

    ‘Ti avevo chiesto di rimanere con le gambe aperte’.
    
    ‘Si, mio signore’.
    
    ‘E come sono le tue gambe?’
    
    ‘Non come il mio signore le desidera’.
    
    ‘Giusto. Per questo sarai punita. E te lo ricorderai’.
    
    Ripenso spesso a quel giorno. A come mi sono sentita quando il mio signore mi ha detto che non era fiero di me. Avrei voluto sprofondare. Non osavo alzare gli occhi: continuavo a fissare le doghe di legno del pavimento della mia casa sperando di poter trovare in loro un po’ di sollievo. ‘Voglio che mi guardi’. Tremavo. Per il freddo. Per la paura. Per il desiderio di portare indietro il tempo.
    
    Nuda, in ginocchio davanti a lui, con la testa bassa e il mio collare al collo. Ho sentito la sua mano fra i miei capelli, con una carezza apparentemente dolce e appassionata. E’ stato un secondo sentirlo stringere con violenza. ‘HO DETTO CHE DEVI GUARDARMI’. I miei occhi nei suoi. Le mie mani impacciate. La mia mente, però, pronta a soddisfare i suoi desideri. Il mio corpo disposto ad essere la sua fonte di piacere e di godimento. Tenendomi sempre per i capelli, in maniera tale che la mia testa fosse tesa verso l’alto, mi ha guidata verso il salotto di casa mia. Era buio. Si &egrave accomodato sul divano, allargando leggermente le gambe. Sapevo come dovevo sedermi. Ho appoggiato il mio bacino sulle sue gambe, lasciando il mio sedere esposto verso l’alto. Avrebbe potuto fare qualunque cosa, ero lì. Lì per lui. Quando &egrave arrivato il primo colpo mi &egrave mancato il fiato. E’ ...
    ... stato forte, improvviso, inaspettato. Non avevo la forza di contare, ma sapevo di non poter perdere nemmeno una battuta: avrebbe ricominciato da capo, con ancora più violenza, con ancora più foga. La sua mano indugiava sempre sullo stesso punto: una, due, cinque volte. Mi sembrò un tempo infinito. Eppure’ Eppure la perversa idea che quei colpi lo facessero godere mi eccitava alla follia. Sentivo dentro di me un desiderio salire feroce, un calore espandersi dentro di me che non riuscivo a fermare. Volevo che continuasse. Aspettavo un altro colpo, ma non arrivò. Iniziò ad accarezzare la mia spina dorsale con la punta delle dita, provocandomi dei brividi profondi.
    
    Su e giù’ Su e giù’ ‘Voglio sentire quanto sei bagnata’ Quanto le mie mani ti hanno eccitata’, ed ecco che le dita che prima mi accarezzavano adesso erano dentro di me. Senza che potei obiettare. Senza che potessi fare storie. Si fa strada dentro di me, ruotando le dita e piegandole appena. Lo sento, lo avverto, lo desidero, e non può che sfuggirmi un gemito profondo, gutturale. ‘Ti piace eh’. Lo sento che ti piace’ ‘ E più lui continuava a penetrarmi con le sue dita, più io stavo lottando con me per non esplodere, per non venire in un orgasmo potente e violento.
    
    All’improvviso mi sento svuotata. Le sue mani sono fuori da me. E’ un momento che mi disorienta, ma dura il tempo di un battito di ciglia. E sento un altro colpo. Un altro ancora. Sempre più forte, sempre nello stesso punto. Mi manca il fiato, non ho il ...
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