1. Sesso in ufficio - secondo capitolo


    Data: 11/12/2018, Categorie: Etero Autore: Giangi57, Fonte: Annunci69

    ... amanti avevano tutto il tempo necessario. Marta si infilò un paio di calze nere sulle lunghe cosce, un reggipetto ricamato dello stesso colore, a foggia on balconcino, che le lasciava scoperti i capezzoli. Secondo quanto Leader le aveva chiesto la sera prima, non sera lavata: il vizioso adorava sentire il suo forte odore di femmina e paragonarlo a quello della figlia così bionda e cosi diversa dalla madre che era scura sia di capelli che nel pube.
    
    Marta udì il rumore inconfondibile della moto del suo amante. Nella sua vestaglia di seta, truccata pesantemente proprio come una puttana, andò ad aprire la porta di ingresso appena sentì suonare il campanello mentre, già eccitatissima, i suoi capezzoli si indurivano e la sua passera, dalle grandi labbra molli, si bagnava abbondantemente in anticipo.
    
    Leader entrò senza rivolgerle neppure uno sguardo e, come se fosse a casa sua, si diresse verso il salotto per versarsi un sorso di scotch. Lei gli andò vicino, ma lui la respinse bruscamente e, aggrottando le sopracciglia,
    
    “I soldi. Dove sono i soldi?”
    
    “Nel solito posto, caro.” Questo faceva pari nel gioco dell'umiliazione. Marta si girò e si solevo la vestaglia per scoprire le natiche fonde. Lui le abbasso le mutandine denudando i due globi di carne rosa e le apri il solco dai peli ricciuti e scuri. Fra le natiche c'era un biglietto da cinquecento franchi. Leader lo prese e se lo portò al naso mentre Marta diventava rossa come un papavero.
    
    “Puttana, questa banconota ...
    ... puzza. Non ti sei lavata brutta porca !”
    
    “ma. Sei stato tu. !” le dette uno schiaffo. La donna non capiva più o meglio capiva anche troppo bene. Questo ritornello sarebbe stato il "tema" del pomeriggio. Si senti eccitatissima.
    
    “Sei solo una gran porca, Marta. Levati la vestaglia e fammi vedere le tette.!”
    
    Lentamente, le lacrime agli occhi, lei lasciò cadere la vestaglia per terra. Lui raccolse la cintura di seta e glie la mise sotto gli occhi chiedendole, nello stesso tempo, di arcuare la schiena per far sporgere i capezzoli già eretti dalle grande areole rosate.
    
    “Troia! Puttana! Prendi questo!”
    
    Cominciò a colpirla con la cintura il più forte possibile su i seni. Marta gemeva, anche se, in realtà, non provava dolore. La cintura era troppo leggera. E tuttavia, sussultava ogni volta che lui le toccava capezzoli sensibilissimi. Sotto la stoffa dei calzoni del giovanotto si poteva ora scorgere un rigonfio prepotente. La donna si immaginò quell'enorme fallo dentro la sua passera e rabbrividì di piacere.
    
    “Andiamo, puttana!”
    
    Leader l'afferrò per un braccio e la trascinò in bagno. Qui, le ordinò di fare pipì nel lavandino. Lei salì su uno sgabello e si accucciò sul lavabo, tremante. Le gambe spalancate, la passera con la clitoride eretta e ben in vista che emergeva dalle mutandine di seta con lo spacco sul davanti, la donna offriva uno spettacolo osceno. Si vergognava da morire, ma anche questo faceva parte del gioco. Dopo che ebbe finito di orinare, il giovane ...
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