1. Il controllo


    Data: 31/10/2017, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: fantasia, Fonte: RaccontiMilu

    I patti erano stati chiari fin dall’inizio. Tutto quando scoprimmo le nostre naturali inclinazioni.
    
    E in fondo quel patto era anche semplice: dentro casa era lui ad avere il controllo, qualsiasi scelta mi venisse in mente di farla dovevo cancellarla, dato che l’unica volontà davvero importante in casa era la sua sua.
    
    Poi le cose fuori erano diverse, certo non potevo – e neanche volevo – avere libero potere di scelta, ma almeno le restrizioni erano meno evidenti che non dentro casa.
    
    Una volta rientrata in casa le direttive da seguire erano semplici. Dovevo immediatamente cambiare i miei indumenti in quelli che lui ogni mattiva si curava di lasciarmi sul letto. Niente biancheria, quella mai, ma ancor prima, ancor prima dei vestiti dovevo prendere il collare ed indossarlo, era quello il passo fondamentale.
    
    Decidemmo insieme che forse era meglio non indossarlo all’esterno, in fondo non era niente di paragonabile a qualche sorta di collana era solo un semplice anello di metallo, duro e fatto su misura che si chiudeva con un lucchetto di cui non possedevo le chiavi.
    
    Era lui ogni mattina a togliermelo e lasciare il lucchetto aperto per quando avrei dovuto rindossarlo il pomeriggio.
    
    Di solito ero io a tornare per prima a casa, ma in quelle volte in cui lui era già a casa non cambiava nulla di quelle direttive primarie, le eseguivo nello stesso ordine in cui le avrei eseguite se lui non ci fosse e poi mi mettevo in ginocchio accanto alla poltrona che occupava per ...
    ... vedere la poltrona, di solito, in attesa.
    
    Quella era un’altra delle regole principali che accettai all’inizio. In casa avrei sempre dovuto stare in ginocchio a meno che non ci fosse chiaro e diretto di lui che volesse il contrario.
    
    Mi accorsi dopo poco che non era semplice eseguire quell’ordine. Le ginocchia dopo un po’ iniziano a bruciare e mi diventava difficile mantenere una stessa posizione anche per poco tempo. Mi abbassavo, poi drizzavo di nuovo la schiena, ma in tutto questo lui sembrava divertirsi dal sorriso compiaciuto che aveva sul volto e quindi nonostante quel bruciore e quel fastidio, vedere quel compiacimento, compiaceva di riflesso anche me, oltre che ad eccitarmi ovviamente.
    
    Un’altra regola, mi vietava assolutamente di venire. In fondo avevo affidato il mio controllo a lui per questo mi disse:
    
    “E’ normale che se devo controllare tutto di te, dovrò controllare anche i tuoi orgasmi.”
    
    Io annui e confermai che non poteva essere altrimenti.
    
    Avevo però un compito ben preciso che era legato un suo desiderio. Dovevo sempre essere bagnata.
    
    “Questo sarà un modo per ricordarti sempre della tua condizione.”
    
    Ed in effetti era vero. Ed era come un circolo vizioso in realtà, dato che ogni volta che mi toccavo per bagnarmi come lui voleva non facevo altro che ricordarmi delle sue parola, della mia condizione e mi bagnavo ancora di più.
    
    Avevo l’ordine di toccarmi la mattina appena sveglia, una volta durante il lavoro, il pomeriggio di ritorno a casa ed ...
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