1. Una sera in ufficio


    Data: 08/12/2018, Categorie: Etero Autore: Berny2, Fonte: EroticiRacconti

    Era talmente concentrata su quel monitor che non lo sentì neanche entrare. Scorse una figura muoversi alle sue spalle e quasi trasalì; si girò di scatto e se lo ritrovò in piedi dietro di lei. Le sembrò enorme, forse perchè lo stava guardando da seduta; un enorme fantasma, con quei lineamenti sbiancati dalla luce fioca del monitor che risaltavano nella penombra nella quale erano immersi. Aveva dei libri in mano, che doveva riporre in uno scaffale vicino a lei.
    
    "Ti ho fatto paura?" le disse ridendo. "Concordo che sono diventato brutto, ma ci sono altri modi per farmelo capire!"
    
    "Va là, mi hai fatto prendere un colpo..." gli rispose. "... e poi pensavo fosse la mia tutor, non un maschiaccio potenziale assassino di giovani tesiste..."
    
    "E invece ti tocca il maschiaccio" le rispose mentre riponeva con cura i libri sullo scaffale più alto "che adesso ucciderà la tesista sprovveduta che era rimasta da sola in tutto lo stabile".
    
    Le si avvicinò di scatto brandendo un librone di meteorologia e simulando di colpirla alla testa.
    
    "Non c'è bisogno bisogno che me lo tiri in fronte" disse lei senza staccare lo sguardo dal monitor. "... le formulacce di quel libro mi hanno già ucciso più di una volta. Specie se poi chi le spiegava era un prof incompetente, palloso e antipatico come te!" e scoppiò in una fragorosa risata.
    
    "Ora sei tu che mi uccidi" rispose inginocchiandosi a terra tipo un pistolero colpito a morte in un western di serie B. "E io che pensavo di essere l'eroe ...
    ... di tutte voi studentesse..."
    
    "Alzati sciocco! Davvero siamo rimasti soli? La mia tutor è andata via senza dire niente?"
    
    "L'ho vista scappare di corsa, sai com'è , è sempre indaffarata... siamo rimasti soltanto io e te" e le fece l'occhiolino.
    
    A queste parole lei ebbe un fremito. Si, era stato davvero una specie di eroe, anzi quasi più un sogno. Quando lo vedeva alla cattedra, alto, con la barba curata, si sentiva attratta; la studentessa e l'insegnate, classico. E più di una volta, a casa, al caldo delle coperte, si era lasciata andare alle sue fantasie accarezzandosi e raggiungendo l'estasi. Averlo ora lì vicino, e sapere di essere completamente sola con lui, stava risvegliandole prepotentemente queste fantasie.
    
    Mise a posto l'ultimo libro e si portò alle sue spalle, iniziando a fissare il monitor. Lei iniziò a sentirsi in soggezione, proprio come quando, a scuola, i professori giravano tra i banchi durante le verifiche buttando l'occhio su quello che stavano scrivendo. "Cosa stai facendo di bello?" le chiese. "Mah, di bello niente, in realtà. Sto combattendo da mezz'ora con questo abstract che non ne vuol sapere di accorciarsi sotto le 200 parole. Anzi, posso leggertelo così mi dai un consiglio su cosa tagliare?"
    
    Iniziò a leggere senza aspettare la sua risposta. Voleva solo trattenerlo ancora un po' lì con lei, godersi la sua presenza, la sua attenzione, ubriacarsi del suo profumo fresco. Leggeva, ma senza capire in realtà cosa stesse leggendo. Era come un ...
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