1. Giulietto (seconda e ultima parte)


    Data: 05/12/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: jeepster, Fonte: Annunci69

    «A Sa’, me scappa de fa la pipì, dove sta er bagno? »
    
    «Fuori, sul balcone»
    
    «Cheeee?... e mo me devo rivestì? Nun ce l’hai un ‘rinale? »
    
    L’uomo lo tira fuori da sotto il letto, dentro c’è già dell’urina bluastra.
    
    «Professo’, ma che fai la piscia blu?»
    
    «È a causa delle medicine che prendo… a quanto pare tutte le malattie del mondo hanno deciso di riunirsi dentro al mio corpo… ho forti dolori alla schiena, poi c’è l’insonnia che è insopportabile e tanti altri disturbi che non sto qui a elencarti… qualcuno mi ha detto che tutti questi mali mi rendono un personaggio strano, forse un po’ magico… sai che consolazione! Ne farei volentieri a meno».
    
    Giulietto inizia a urinare; Sandro prende la torcia per illuminare meglio, poi racconta: «Mi ricordo quando io e mio fratello, che da bambini dormivamo nella stessa stanza dei nostri genitori, la notte ci svegliavamo se papà accendeva l’abat-jour del suo comodino appena si alzava per pisciare… riuscivamo a vedere chiaramente il suo pisello e così il giorno dopo commentavamo su quanto avevamo visto: mi ricordo che eravamo tutt’e due d’accordo sul fatto che ce l’avesse proprio grosso e ci chiedevamo se anche i nostri sarebbero diventati così»
    
    «Eh già, allora è da tu’ padre che hai preso te. Io chissà da chi?... hai visto? Pure dopo la cura che m’ha fatto fa quer dottore ‘ndove m’avevi portato tu – indicandosi il fallo – è rimasto corto, tale e quale… tutte quelle inizioni, che tu quanno me le facevi te divertivi a ...
    ... famme soffri’, nun so servite a un cazzo!»
    
    Finito di urinare, Giulietto si stende sul letto e Sandro gli si mette a fianco sempre con la torcia a pile in mano, poi dice: «Ma non è vero che ce l’hai corto… però sì, ammetto che era divertente per me farti le iniezioni… mi dicevi di aspettare, ché non eri mai pronto, e allora io: zac! Te la facevo ugualmente e tu strillavi, ah ah ah… forse volevo rifarmi con te di quella volta che da ragazzo mio padre, dopo aver disinfettato il punto in cui mi aveva fatto un’iniezione, mi buttò un po’ di alcool nell’ano e ci strofinò il dito provando a infilarlo… si fermò subito perchè gemetti dal dolore: mi fece male! Però allora non diedi importanza alla cosa e cancellai sùbito dalla mia memoria quest’episodio. Anche mio padre non disse nulla, neanche mi chiese di non dire niente a nessuno… chissà, forse anche lui pensò che era una cosa da niente e l’avrei presto dimenticato del tutto. Invece non molto tempo fa questo fatto mi è tornato in mente… ho pensato che forse anche in lui c’era la mia stessa diversità, si potrebbe spiegare così quel gesto: quasi una voglia improvvisa per un ragazzo appena adolescente, lui che invece era un adulto ormai, benché ancora giovane, non aveva neanche quarant’anni… che fosse una specie d’invidia per la mia giovanissima età?... forse è così che si può spiegare il mio amore per i ragazzi che però è sempre mischiato a un po’ di sadismo. Quando sto con loro me li immagino come l’alternativa alle donne, che per la ...
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