1. Francesca


    Data: 31/10/2017, Categorie: Tradimenti Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    Subito dopo la laurea in architettura, partii per gli Stati Uniti per fare qualche esperienza in un territorio nuovo e ricco di interesse; tornai dopo tre anni decisamente carico di iniziativa.
    
    Fu allora, circa cinque anni fa, che conobbi Mirella quando io marciavo per i trenta anni e lei ne aveva poco più di venticinque ma già aveva accumulato un invidiabile bagaglio di esperienza.
    
    Infatti, la sua verginità era rimasta, a sedici anni, sul sesso di uno zio trentenne grande donnaiolo; il didietro glielo sfondò un amico di suo padre qualche mese dopo; alla fellatio era stata svezzata sin dai banchi di scuola ed era un’autorità nel farla.
    
    Non aveva trascurato di esercitarsi in nessuna delle specialità previste dal kamasutra vulgato ed era in grado di provocare intense emozioni e grandissime eiaculazioni.
    
    Benché conoscessi i suoi precedenti e cosciente, quasi, che una cavallina così non è domabile, quando si imbizzarrisce, decidemmo di metterci insieme e per due anni e qualche mese stemmo anche bene: l’unica condizione che le posi e che le ribadivo quasi quotidianamente era di essere leale; se comunicata opportunamente in anticipo, qualunque trasgressione poteva essere accettabile e superabile.
    
    La violazione di questo fondamentale principio, qualunque tipo di slealtà o di bugia prolungata nel tempo poteva essere motivo di rottura del rapporto.
    
    Accettò apparentemente con convinzione, anche se, alla luce dei fatti, non credo che si fosse resa conto a cosa si ...
    ... impegnava
    
    Dopo un anno ancora, circa, decidemmo il grande passo della convivenza.
    
    Prima di deciderlo, ribadii a chiare lettere l’impegno da rispettare e, per cautela, glielo feci sottoscrivere materialmente, addirittura su una ceramica che tenevamo dietro la porta.
    
    Ma, sin dai primi momenti, qualche sospetto nacque dai suoi comportamenti; ingenuamente, optai per l’esuberanza caratteriale anziché per l’innata tendenza non tanto ad ingannarmi quanto a fare di testa sua ad ogni costo.
    
    In pratica, mi rendevo sempre più conto che, per reagire a quella che lei considerava una mia imposizione in tutte le forme di vita, cercava ad ogni costo di imporre, anche con scelte e in momenti del tutto sbagliati, la sua presunta prevalenza (o autorità o potere o qualcosa di simile) per arginare o contrastare la mia naturale tendenza a dirigere e pretendere il rispetto delle regole.
    
    Contravvenire rappresentava per lei quasi il modo per affermare la sua esistenza in vita.
    
    Ingenuamente, ed anche stupidamente, non si cercò nessun lavoro e visse da mantenuta, dal momento che non aveva completato nessun tipo di studio, non aveva nessuna specifica competenza e non aveva mai cercato di trovarsi un qualsiasi impiego; per evitarle difficoltà future, cercai di sistemare le cose assumendola nel mio studio professionale come archivista di quarta classe.
    
    Ma anche questa fu vissuta come un’imposizione alla sua condotta di vita: per qualche giorno frequentò anche l’ufficio; poi, presa dalla ...
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