1. Prime esperienze perverse (2)


    Data: 17/11/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Smileysmile62, Fonte: Annunci69

    L’estate fu una stagione di astinenza, se si escludono seghe pressoché quotidiane: non avevo giornali porno su cui eccitarmi, non avevo l’agibilita per indossare roba di mia madre, non trovai candele per penetrarmi. Nella comitiva in montagna avevo trovato anche qualche ragazzina, che però non mi provocava la benché minima erezione. E neanche trovai qualcuno con cui parlare delle mie pulsioni, ero troppo timido e riservato.
    
    Per fortuna riuscii a convincere i miei a tornare a Roma con qualche giorno di anticipo, così da potermene stare a casa tutto solo: oramai avevo 15 anni e mezzo, ed ero in grado di pensare a me stesso. Appena arrivai a casa abbassai subito tutte le persiane per evitare che qualcuno mi potesse vedere da fuori, poi mi spogliai completamente e quindi corsi a indossare la biancheria, le calze, il reggicalze di mia madre; già che c’ero indossai anche una sottana succinta, poi mi ammirai allo specchio tenendo in mano il cazzo duro. Dopo, così vestito andai a recuperare qualche rivista che mio padre teneva nel cassetto e mi sdraiai comodo sul lettone dei miei per masturbarmi con calma; a un certo punto, mentre stavo rivedendo fotografie di sesso anale, mi accorsi che avevo dimenticato di prendere qualcosa con cui penetrarmi, per cui mi alzai per recuperare la solita candela che mi infilai subito in culo, provando un piacere elettrizzante che aumentava quando velocizzavo la penetrazione, tanto che arrivai a sborrare in un attimo. Dopo aver ripreso fiato mi ...
    ... rimisi a leggere i vari giornali porno, che però conoscevo oramai quasi a memoria, come potevo fare per procurarmene altri? A un certo punto, annoiato, ripresi a perlustrare i cassetti di mio padre, nella speranza di rinvenire qualcosa di eccitante. E finalmente qualcosa trovai, ma non era un giornale erotico...
    
    Era un vibratore, infilato in una busta anonima in fondo in fondo ad un cassetto del comò. Lo presi come una reliquia, lo passai da una mano all’altra, lo annusai: era enorme, o per lo meno tale appariva ai miei occhi; certo aveva un diametro più che doppio rispetto alla candela che usavo per penetrarmi, ed era lungo, 25 centimetri come potei constatare dopo averlo misurato. Ero ipnotizzato da quel vibratore, che però non vibrava, le batterie erano scariche. Però lo volevo, lo desideravo dentro di me, nelle fotografie avevo visti culi penetrati da cazzi o da oggetti altrettanto grandi, perché non provare anche io a sentire come era prendere dietro una cosa così voluminosa? Mi rigiravo il vibratore e all’improvviso pensai che uso ne avessero fatto i miei: dove se l’era infilato mia madre? Nella fica soltanto, o anche nel culo? A quel punto non solo ripresi ad annusarlo ma iniziai a leccarlo e a succhiarlo, alla disperata ricerca di qualche sapore di mia madre che lì fosse rimasto attaccato. E mentre lo leccavo avevo ripreso a fottermi con la candela; dopo qualche minuto decisi di provare a sostituire la candela con il vibratore: lo avvicinai al buco e cercai di ...
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