1. L’ANGELO DEL GELO


    Data: 10/11/2018, Categorie: Etero Autore: dimashq, Fonte: RaccontiMilu

    L’ANGELO DEL GELO
    
    Cap 1: betulle e girasoli
    
    La primavera era arrivata fino a lì, in quella remota cittadina persa nella campagna ucraina: sterminati campi di girasoli, sullo sfondo mille e mille betulle bianche.
    
    Piatta a perdita d’occhio.
    
    Non era cambiato molto, pensava Andrea.
    
    Sorseggiando un caffè scuro e gramo mentre in lontananza il vento muoveva i capelli alle betulle.
    
    La vide arrivare dal fondo della strada, era accompagnata da una giovane donna bionda come il grano, sulla trentina e vestita con abiti troppo larghi.
    
    Anche lei indossava abiti troppo grandi su quella figura esile, asciutta.
    
    Un golfino marrone scuro che copriva una camicetta bianca, una gonna a fiori.
    
    Al collo un ciondolo di poco valore, due orecchini d’argento.
    
    Scarpe basse e demodeé.
    
    I capelli neri avvolti in una lunga treccia raccolta dietro la testa, uno scialle di seta lilla sulle spalle.
    
    Lei si che era cambiata, ma gli occhi no, la stessa energia pura, fredda e indagatrice.
    
    Il solito azzurro intensissimo:ghiaccio tanto freddo da ustionare lo sguardo che si attardava a fissarlo per una frazione di secondo di troppo.
    
    La giovane donna parlò in ucraino stretto, Andrea capiava poco di quella lingua ma intuì che si trattava della figlia minore che l’aveva accompagnata a quell’incontro.
    
    L’avava fissato con un po’ d’apprensione e di sospetto, quest’amico della mamma che veniva dall’Occidente.
    
    Da quell’occidente ch’era stato nemico fino a poco tempo ...
    ... prima.
    
    -Vai pure Marija, va tutto bene-
    
    Irina aveva parlato in russo; Andrea riconobbe la cadenza dolce così in contrasto con quegli occhi di ghiaccio puro, apparentemente duri.
    
    La ragazza esitò ancora un istante, poi :
    
    – Da… vengo a prenderti alle cinque.
    
    Lo sguardo verde da poterci annegare:
    
    – dasvidania
    
    Andrea la salutò a sua volta.
    
    Restò a fissarla fino a che sparì lungo quella strada sterrata nella luce del pomeriggio, punto chiaro sullo sfondo delle betulle ancor più chiare e dei girasoli inondati di sole tiepido.
    
    Finalmente la guardò; si fece animo e fissò quel ghiaccio azzurro chiaro su quel viso ancora bello contornato dai capelli neri striati di titanio.
    
    Da secoli non parlava il russo in una situazione che non fosse di lavoro, fece fatica a trovare le parole e da buon milanese era anche poco espansivo.
    
    -Ciao Irina… è passato tanto tempo… ora… ecco… ti trovo bellissima.
    
    Fece per afferrare la sua mano su quel tavolino…
    
    Lei sorrise; lui vide un piccolo luccichio alla base di quegli occhi azzurrissimi che gli stavano sorridendo.
    
    Si fece coraggio; le prese la mano; non le staccò lo sguardo dagli occhi.
    
    Stettero così, in silenzio, Andrea nemmeno s’accorse della cameriera ch’era venuta a chiedere se volevano altro.
    
    -veramente…
    
    -Si, cara, portaci un samovar di tè caldo.
    
    Irina sorrise alla ragazza, poi sempre sorridendo:
    
    -abbiamo tante cose da ricordare…
    
    Andrea mise qualche rublo in mano alla cameriera.
    
    Il tè fumante era ...
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