1. Traballo sì, ma sono contenta


    Data: 09/11/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Tu sei lì, giacché ti fermi a stento prima d’entrare nella stanza, perché sei con la mano sulla maniglia e lestamente ti volti verso di me, dopo mi osservi acutamente e intensamente dall’alto verso il basso negli occhi, io fatico in quell’occasione sforzandomi di sostenere il tuo sguardo, intanto che tu nel frattempo in maniera efficace e incisiva mi comunichi:
    
    ‘Ester, rammenta correttamente, niente sesso, intesi? Sarà soltanto un gioco, siccome ti legherò, ti frusterò, t’insulterò e ti toccherò in qualunque momento, per purchessia movente senza alcun assillo. Sai precisamente quale sarà? Adesso te lo comunico avvisandoti per bene: nel momento in cui t’introdurrai nella camera io non mi mostrerò più come il tuo alleato né tu sarai la mia confidente, perché dal quel momento in avanti saremo io il padrone e tu la schiava. Quindici colpi, non uno di più. Fin qui &egrave tutto chiaro?’.
    
    Io autorizzo con rigorosità, approvo permettendo con fermezza, tu mi spalanchi l’apertura e ti trattieni, io nel frattempo ispeziono internamente l’ambiente. E’ solamente un’abituale stanza da letto, eppure mi sembra un luogo irresistibile e ribelle, incontestabilmente magico e quasi misterioso. Il cuore mi pulsa nelle orecchie, io sono assai tesa, ho le mani sudate, mi accorgo perfino d’avere le spalle contratte, poi le rilasso, in seguito diffondo un grosso sospiro ed entro, mi fermo pochi passi più in là, pertanto apprensiva e timorosa attendo gli ordini. Io ti sento chiudere la porta ...
    ... dietro di me, però non mi giro, non ti guardo, non ammicco né ridacchio né mi tormento le mani. Quando sono imbarazzata e insicura ho un intero armamentario di queste scemenze, un bel corredo da eseguire e da mostrare per riempire il silenzio, in questo periodo invece mi sento a posto. Attendo, perché non so che cosa fare, perciò invece di blaterare eseguo e basta, tu mi superi e vai a tirare le tende, la penombra adesso &egrave piacevole e tu sembri simpaticamente bruciare.
    
    Il tuo sguardo &egrave ardente, giacché sembri riempire la stanza con la tua aura, io in quell’atmosfera inconsueta mi sento in soggezione, perché tu non sei lo stesso di poco fa. Neanch’io mi sento la stessa di poco tempo fa, al contrario, dato che siamo entrambi mutati e trasfigurati nel trovarci nello spazio del gioco, poiché sembra uno spazio mentale accuratamente modificato, diligentemente riformato, il sub-spazio oserei dire. Tu vieni da me, mi spogli lentamente e senza fretta, senza gesti bruschi o imbarazzati, mentre io assecondo incoraggiando i tuoi movimenti. Non accade nulla d’insensato né stupido quando si cerca di rendere tutto perfetto, eppure succede sempre qualcosa di disarmonico e di goffo che rovina immancabilmente tutto: una calza che s’impiglia nel tallone, il reggiseno che non si slaccia, la blusa che non si sbottona come dovrebbe e la magia a quel punto svanisce. In questo momento invece &egrave tutto tranquillo, perché tu ti muovi spingendoti con calma ed esperienza. Il cuore mi ...
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