1. A che serve l’estate - La ragazza di Milano


    Data: 08/11/2018, Categorie: Etero Autore: Browserfast, Fonte: EroticiRacconti

    La prima cosa che sento è la voce di Stefania che dice “la prossima volta parto con mia nonna, almeno mi fa più compagnia”, ma capisco solo qualche attimo dopo che ce l’ha con me. La seconda cosa che sento è la musica che esce dall’impianto dell’auto collegato all’iPhone. “I Coma Cose… che carini… li rimetti?”. “Ahò, è la terza volta che li sento…”. Ah, ok, fa nulla. “Dove siamo? Vuoi un po’ di cambio alla guida?”. “Me stai a pijà per culo Annalì? Tra venti minuti semo arivate…”. A sì, eh? “Ma che cazzo di ore sono?”. “Le dieci meno un quarto”. “Le dieci meno un quarto? Cazzo, ma sei andata piano!”. “Amica mia, vedi un po’ di andare a fare in culo, eh? Mi sono fermata a fare colazione e benzina, ok?”. “E io che facevo, scusa?”. “Dormivi, Annalì… Hai dormito sempre”. “Uh, scusa… però ho fame pure io, non è che al primo autogrill che trovi ti fermi?”. “No. Adesso aspetti che arriviamo in albergo”. “E non ti incazzare, daiii… ma ti pare che una si sveglia e la prima cosa che si ritrova davanti è un’amica incazzata?”.
    
    Sì ok, ha ragione. Quando siamo partite, alle sei, mi sono infilata i Ray-Ban e le ho detto che chiudevo un attimo gli occhi perché tenerli aperti mi dava fastidio. E’ l’ultima cosa che mi ricordo di averle detto. Magari lei si aspettava che le raccontassi perché mi sono presentata all’una a casa sua, stravolta e sporca di sperma. Sì vabbé, glielo racconto ora. Mentre arriviamo in albergo, ci registriamo e prendiamo la chiave, ci cambiamo e “andiamo subito in ...
    ... spiaggia?”, “ok, ma prima devo davvero mangiare qualcosa…”. Mentre mangio le racconto tutto, del mio piano saltato con Jean e di quanto lui mi piaccia. Di Lele e di come mi sia lasciata fregare, in tutti i sensi, come una cretina. E infatti, con il garbo che la contraddistingue con me, Stefania mi dà della cretina. Poiché però mi conosce alla perfezione aggiunge anche un “che testa di cazzo” riferito a Lele, che è esattamente quello che avevo bisogno di sentirmi dire.
    
    In spiaggia mi aiuta a fare il mio solito impacco di protezione diecimila poi si stende a pancia in sotto e dice che si fa un pisolino visto che “qualcuna”, e sottolinea qualcuna, ha pensato di dormire tutto il tempo durante il viaggio. Le rispondo “uh quanto la fai lunga” e mi infilo le cuffiette. Ma mentre dorme la osservo e penso che avrei bisogno di passare più tempo con lei, che avrei bisogno più spesso dei suoi sganassoni di razionalità. Peccato che Simone le stia sempre appiccicato come un polipo.
    
    Quando un’oretta dopo mi accorgo che sta per svegliarsi corro al bar a prendere due cremini. Per qualche strano motivo, il cremino è il suo gelato preferito. Glielo porgo ridendo “tieni, ghiottona, ti possa finire tutto sulle cosce”. Si stiracchia indolenzita mandandomi un vaffanculo mentre mi stendo sul lettino accanto al suo. Le domando quanto sia incazzata per il fatto che Simone stia a farsi le finali del torneo di calcetto anziché stare qui con lei. Contrariamente a quanto mi sarei aspettata, non fa ...
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